Camelot

– Un breve scintillante momento

Il testo obliquo

↖️ Molti anni fa Gianni Degli Antoni mi diede l’idea di scrivere in un modo, mi disse, che lui aveva appreso leggendo un saggio di Stafford Beer. Mi chiese anzi come avrei chiamato questa tecnica di scrittura. Proposi “Teoria dello scrivere emarginato” che non gli piacque proprio per niente. Poiché qui vorrei esporre la tecnica e le ragioni e gli scopi di questa forma di scrittura, cambierò il suo nome. Credo che a GDA finalmente potrebbe piacere: Teoria del testo obliquo. Una definizione che suggerisce devianza, sfalsamento, angolazione, e persino dissidenza; dunque una definizione più allusiva che descrittiva del funzionamento tecnico, ma indubbiamente suggestiva.

Vi darò qui un’idea di cosa sia per me il testo obliquo, con un mio apporto personale: ogni riga è un endecasillabo o un settenario italiano.

Il testo obliquo

Non tutto scorre su una linea retta.
              Alcuni testi scartano,
                                cercando un ritmo diverso e nuovo
              dove sia aria, non confine, il margine.

Qui raccolgo parole che si spostano,
              frasi che avanzano in diagonale,
                                Testo obliquo è salto di lato,
                                           è mossa del cavallo,
              che dà un nuovo aspetto al foglio bianco
              che si prende il tempo e lo spazio
                                per pensare – e ripensare.

Teoria del testo obliquo